Risposta secca e, quindi, imprecisa: d’inverno probabilmente sì.
Non sono un fan dell’integrazione ma la vitamina D è effettivamente una vitamina atipica.
Le vitamine sono di per sé molto diverse le une dalle altre ma hanno tutte una cosa in comune: sono essenziali. L’essenzialità implica che, per quanto piccola sia la quota di cui necessitiamo, di quella non possiamo farne a meno.
Con tutte le altre vitamine possiamo “rifornirci” interamente con l’alimentazione ma per la vitamina D non è così: la quota alimentare non solo non è sufficiente, ma non è nemmeno la fonte principale; quella principale è il sole.
Entriamo nel concreto con qualche numero: il fabbisogno giornaliero di Vitamina D per un adulto sano equivale a 1500 IU; la quota proveniente dall’alimentazione è, mediamente, solo di 300 IU. Si, esatto, solo un sesto.
Ed ancora: un’ora di esposizione solare estiva produce fino a 20000 IU di vitamina D; una bistecca di tonno, uno degli alimenti più ricchi di vitamina D, non arriva a 1300 IU.
È chiaro come l’esposizione solare incida di più dell’alimentazione. Occorre, tuttavia, precisare quale tipo di esposizione: i raggi solari che innescano la sintesi sono principalmente i raggi ultravioletti presenti nelle ore più calde della giornata, quando il sole è alto, specialmente in primavera ed estate. In pratica le ore in cui si cerca l’ombra.
Ecco quindi che la risposta più adeguata al quesito è ovviamente “DIPENDE”.
Dipende da molti fattori ma il protagonista è ovviamente l’esposizione solare: quante ore, quanti giorni, con che vestiti, con o senza la crema protettiva, ecc. ecc.
Per intenderci, se fosse abitudine comune fare una vacanza ai tropici nel periodo natalizio, la risposta secca iniziale sarebbe stata “probabilmente no”.
Ci sono poi altri fattori che incidono fortemente:
– età (anziani più a rischio)
– latitudine di provenienza (nord più a rischio)
– stato ponderale (sovrappeso più a rischio)
– carnagione (più scuri più a rischio)
– dieta (vegani più a rischio)
Le linee guida consigliano di integrare ogni qual volta l’esposizione al sole è carente, insomma una indicazione un po’ vaga. Un’esposizione solare carente non è infrequente considerato che il 50 % dei giovani presenta insufficienza vitaminica nei mesi invernali.
Detto ciò, la via più scrupolosa rimane quella di chiedere al proprio Medico di base di includere negli esami del sangue il “25-idrossivitamina-D (25-OH-D)”, il metabolita solubile della Vitamina D. Stabilito il livello sarà poi compito del Medico indicare la via a seconda della necessità, specialmente in caso di carenza conclamata.
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