“Naturale”: la parola magica usata ad arte


Siamo abituati a pensare che quando un alimento è naturale è buono e sano.
Ma che cosa intendiamo con naturale? Che cresce naturalmente in natura? O dove l’uomo non ha messo proprio mano? Sappiamo davvero quali sono naturali e quali no?

Mi dispiace, faccio il guastafeste:
– Le banane naturali non sono commestibili (foto).
– Il mais in natura non esiste, e nemmeno le zucchine.
– Le carote naturali sono viola.
– In natura esiste il mandarino ma l’arancia l’abbiamo creata noi (è la “figlia” di mandarino e pompelmo).
– I pomodori naturali erano “grandi” come ciliegie.
– Le fragole naturali erano così buone che i romani preferivano usarle come ornamento.

La realtà è che confondiamo agricoltura con natura.

A proposito, faccio un piccolo inciso: a livello scientifico, non c’è alcuna differenza tra le fragole grandi e succose dei giorni nostri ed i “cattivissimi” OGM (organismi geneticamente modificati): in entrambi i casi il DNA originario è stato mutato dall’uomo per ottenere qualcosa di nuovo. La differenza è giuridica.

In pratica il naturale è meno naturale di ciò che crediamo. Lo zampino dell’uomo è presente anche qui.

Con questo non voglio certo incentivare il consumo di alimenti industriali. Assolutamente no. Gli alimenti già pronti al consumo (quelli preimballati) sono tendenzialmente meno idratati, più calorici e al contempo meno ricchi di minerali e vitamine. Questo principalmente per due semplici motivi:
– sono prodotti che devono durare a lungo
– le aziende competono tra loro rendendo i prodotti più appetibili ma meno sani (questo sta cambiando)
Io, come credo tutti i Dietisti/Nutrizionisti, consiglio sempre di riempire il carrello della spesa per più della metà con alimenti “non imballati” quali frutta, verdura ed alimenti freschi; addirittura consiglio di rivolgersi a piccoli rivenditori locali e, per alcune categorie di alimenti, suggerisco l’alimentazione biologica (ho trattato nel dettaglio l’argomento in questo articolo).

In pratica una alimentazione più “naturale” possibile.

 

Ma allora perché diavolo ho scritto questo articolo?

Di sicuro non è per remare contro i prodotti dell’orto. Ho scritto questo articolo perché troppo spesso ho sentito utilizzare il termine “naturale” a sproposito; troppo spesso l’ho sentito utilizzare con il solo scopo di ottenere profitto.
Il problema è che funziona. Funziona dannatamente bene. Nell’immaginario collettivo (e io mi ci metto dentro alla stragrande) la natura è sempre benevola, materna, accogliente; come se fosse lì apposta per noi umani. Una visione uomo – centrica che ricorda quasi il Creazionismo.
“Se è naturale è buono, come è possibile che mi faccia ingrassare?” Su questo scriverò un altro articolo.
Ciò che non sopporto è che questo sentimento POSITIVO venga utilizzato per monetizzare, con programmi a pagamento e costosi integratori volti a “disintossicare”, “sgonfiare” (altra parola di moda) ecc. ecc.
Mi dispiace doverlo dire ma è tutto marketing, non c’è nessuna intenzione di “salvarci” dal mondo moderno né di portare beneficio alla nostra salute; è tutto studiato a tavolino per sedurre e vendere, così come la dieta detox ed altre cazzate che circolano.

Una soluzione unica valida per tutti non esiste. Che sia per dimagrire o migliorare i parametri ematici o lenire un disturbo ogni persona è a sé e la personalizzazione è fondamentale.
Si lo so, le ultime due frasi sono di una banalità assurda, ma ci incastra a perfezione ed essendo un po’ il leitmotiv della mia categoria non vedevo l’ora di inserirla.
Non è un integratore da 60 euro contenente pastiglie originarie del Sud America a cambiare la vita delle persone. Non c’è nessun segreto o formula magica. Purtroppo..
Se esistesse, vorrei tanto essere io a trovarla perché sarei miliardario e vivrei in Tasmania, in mezzo alla natura, quella vera!
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