Questo potrebbe sembrare un argomento tecnico, per pochi. E invece riguarda tutti, sebbene io lo declini in ambito nutrizionale.
Il bias del sopravvissuto è una specie di inganno della mente, una scorciatoia mentale che conduce in errore. Noi purtroppo non ce ne rendiamo conto, è così che funzionano tutti i bias purtroppo.
Vi evito la teoria e faccio un esempio.
Creo una mia versione della dieta detox, una cretinata, e arruolo 100 volontari per testarla. La dieta è talmente scema che 80 mi mandano a quel paese; altri 10 si trovano male, 5 mi denunciano, 3 vanno avanti due giorni e 2 invece si trovano bene. Magari avevano solo bisogno di un cambio nella loro quotidianità e, almeno in principio, si dicono felici della mia baggianata. Loro sono i miei due sopravvissuti e sono coloro che mi faranno da pubblicità.
L’inganno è negli occhi dello spettatore.
Lo spettatore vedrà quei due pubblicizzare la mia assurdità, inconsapevole che a 98 persone il mio piano ha fatto danni, non può saperlo.
Perché sapere questo mi serve? se vado in un gruppo facebook sulla dieta del gruppo sanguigno, quali testimonianze vedrò? se leggo i commenti sotto un video youtube di un guru che cosa vedrò? i testimonial in generale che cosa mi dicono?
Lo so, potrebbe sembrare una banalità ma nell’era dell’informazione veloce è importantissimo essere consapevoli di come funzionano certi meccanismi. I social sono uno strumento potente ma che giocano con la nostra attenzione. Non siamo sempre lucidi, è impossibile esserlo 24 ore su 24.
Un sano scetticismo è sacrosanto, soprattutto quando la sparata è forte. Affermazioni straordinarie richiedono prove straordinarie