Integratori sportivi: my 2 cents

Premessa: se sei interessato/a ad un integratore in particolare e mastichi inglese ti consiglio, ahimè, di non perdere tempo a leggermi, Examine.com è assolutamente imbattibile.
Se sei rimasto/a con me, la mia idea sull’integrazione è comunque molto semplice.  Per qualificare un integratore mi pongo tre semplici domande:

1) A quale esigenza risponde?
2) Non potrei ottenere la stessa cosa semplicemente con l’alimentazione?
3) La funzione promessa è scientificamente dimostrata?

Questi tre punti, ed in particolare il punto 3, come dicevo in un precedente articolo, mi consentono di bocciare più del 90 % degli integratori in commercio, tipo i vari detox, bruciagrassi e altre stupidaggini.

Fortunatamente qualcuno si salva (pur non facendo miracoli).

Prendiamo come esempio un integratore molto famoso: la creatina.
1) A quale esigenza risponde? mantenere elevate le riserve di creatina – fosfato intramuscolari, le quali favoriscono performance e ipertrofia muscolare. Certo, potremmo discutere sull’esigenza di assumere creatina se vado in palestra due volte a settimana a fare saune ma…
2) Non posso ottenerlo con l’alimentazione? no, dovrei mangiare chili e chili di carne.
3) La funzione promessa è scientificamente dimostrata? si, è dimostrata la sua efficacia o le è anche la sua sicurezza.

Test superato, integratore promosso.

Trattasi tuttavia di una mosca bianca perché tra quelli impiegati nello sport, specialmente tra quelli “performance enhancing”, sono davvero pochissimi a superare tutti e 3 i punti.

È sempre il punto 3, la reale efficacia, a latitare negli integratori fortemente pubblicizzati e dal marketing più seducente. Nella stragrande maggioranza dei casi non servono assolutamente a niente. Nell’incertezza insisto nuovamente su Examine.com (no, non mi pagano per scriverlo).

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